_ il paradosso dell'innovazione veneta
Il Veneto è la regione più innovativa d’Italia se considera la percentuale di imprese che hanno introdotto innovazione sul totale delle imprese presenti nel territorio. Di contro le spese delle imprese venete in Ricerca e Sviluppo per addetto non è molto forte, pur rimanendo superiore alla media italiana.
In rapporto all’Europa il Veneto si colloca nel ristretto gruppo delle regioni più innovative se si parla di innovazione attuata, mentre se si guarda all’investito in Ricerca e Sviluppo per addetto il livello è inferiore alla media europea. In pratica le aziende venete si distinguono per capacità di innovare ma sono restie ad investire in Ricerca e Sviluppo. Se lo facessero innoverebbero di più, ma comunque innovano molto.
Si può parlare quindi di paradosso veneto, che può comunque far riflettere sul fatto che il parametro dell’investimento in Ricerca e Sviluppo non corrisponde necessariamente a una maggiore propensione all’innovazione o anche che la diffusione dell’innovazione non sia dovuta necessariamente alla consistenza degli investimenti in Ricerca e Sviluppo.
Una ricerca dell’Università di Padova del 2016 (campione di 181 imprese appartenenti a uno o più settori manifatturieri con dimensione 10/249 addetti) ha evidenziato una spiccata vocazione per l’innovazione. L’innovazione di prodotto è quella che prevale: l’83,4% delle imprese considerate ha introdotto innovazione negli anni 2012-2104.
Per quanto riguarda la strategia di investimento in risorse interne all’azienda, la ricerca ha dimostrato che la presenza di una struttura interna di RS ha sempre un impatto positivo, anche quando è di piccole dimensioni (3 addetti).
In Veneto le aziende prive di struttura interna di RS sono in numero decisamente maggiore rispetto a quelle dotate di RS: sono ovviamente aziende che hanno performance inferiori in termini di innovazione, ma non per questo mediocri.
Le aziende senza RS – molto presenti in Veneto tra le PMI – contribuiscono in modo significativo al risultato complessivo della Regione. Se in queste aziende ci fossero le risorse e/o opportunità per mettere in atto strategie più evolute si rafforzerebbe la competitività generale del sistema. Promuovere questa evoluzione interna della piccole-medie imprese costituirebbe un obiettivo molto importante.
Altro dato emerso dalla ricerca è che la strategia di open innovation – basata sul trasferimento di informazioni e conoscenze, e anche sulla coproduzione della conoscenza che sta alla base dell’innovazione – risulta premiante. Questo risultato conferma che puntare sul networking si muove nella direzione giusta (con clienti, fornitori, fornitori di servizi di knowledge intensive, altre imprese, università, istituzioni specializzate in produzione di conoscenza).
Sempre la ricerca ha evidenziato la prevalenza di relazioni informali a supporto dei processi innovativi che non trova riscontro nelle statistiche ufficiali, contribuendo a tenere basso l’innovation score del Veneto.
Altro dato che emerge dalla ricerca è il rapporto tra finanziamenti e innovazione. Nel campione di 181 aziende considerate, 50 hanno ricevuto finanziamenti e 131 no. Nel primo gruppo tutte le aziende hanno introdotto innovazione mentre nel secondo gruppo la percentuale scende all’88%. Il finanziamento sembra incidere positivamente sulla strategia di investimento in risorse interne (reparto RS) per l’innovazione. Maggiore capacità di valorizzare il prodotto dell’innovazione in termini di fatturato. Le imprese finanziate adottano di più una strategia di open innovation.